In Pigiama per sei intrighi amorosi e scambi di persona 

Nei ruoli principali Laura Curino, Antonio Cornacchione, Max Pisu e Rita Pelusio
Il cast ospite della videorubrica web Il Teatro a Casa Tua

Cordenons – Un triangolo amoroso che diventa rombo e poi poligono complesso. Si potrebbe sintetizzare così Pigiama per sei, vaudeville moderno firmato da Marc Camoletti che andrà in scena per tre serate nel Circuito ERT. Il primo appuntamento è per giovedì 2 febbraio alle ore 21 all’Auditorium Aldo Moro di Cordenons; la commedia si sposterà venerdì 3 febbraio alle 20.45 al Teatro Gustavo Modena di Palmanova e completerà la tre giorni nei Teatri ERT sabato 4 febbraio alle 20.45 al Teatro Verdi di Maniago. Sul palco, diretti da Marco Rampoldi, saliranno Laura Curino, Antonio Cornacchione, Max Pisu, Rita Pelusio, Roberta Petrozzi e Rufin Doh Zeyenouin. L’intero cast è anche ospite della videorubrica web Il Teatro a Casa Tua, in onda sul canale YouTube e sulla pagina Facebook ERTFVG. 

Pigiama per sei è il tipico meccanismo perfetto, un testo in cui lo spettatore si appassiona, immedesimandosi involontariamente, per capire come i vari personaggi riusciranno a trovare soluzioni a situazioni che diventano via via più intricate, fino allo scioglimento dovuto all’arrivo di un ulteriormente inaspettato (e pericoloso) deus ex machina.

Non facile stare dietro alla trama: al triangolo lui, lei, l’altra si aggiunge un vecchio amico, 

invitato dal marito per fungere da alibi durante l’incontro clandestino con l’amante, che è a sua volta l’amante della moglie. Ma non basta, perchè la cameriera viene scambiata per l’amante del marito dall’amico, ma è costretta a interpretare il ruolo di amante di quest’ultimo agli occhi della moglie… 

Uno spettacolo divertente per il pubblico ma complesso per gli attori, costretti a interpretare un ruolo diverso a seconda di quali siano le persone presenti nella stanza, in un crescendo turbinante di equivoci e risate.

Pigiama per sei è lieve, veloce, divertente, ma non rinuncia a fare uno spaccato impietoso della vacuità che caratterizzava i rapporti personali nel pieno degli anni Ottanta – in cui il testo è nato – non dissimili da quelli che si vivono ai giorni nostri. 

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