Il difensore giallorosso Evan Ndicka soccorso in campo.

Tra le cose strane che passeranno agli annali di questo campionato rimarrà registrata anche una partita di una ventina di minuti, quelli che mancavano (recupero da quantificare) al fischio finale di Udinese-Roma, sospesa al 27’ della ripresa sul punteggio di 1-1 per il malore che ha colpito il difensore giallorosso Evan Ndicka. Si è temuto il peggio, il ripetersi di disgrazie che hanno toccato nel profondo la sensibilità generale proprio perché anche sullo sport espressione di vita e di vitalità giovanile può abbattersi l’onda nera del dramma.

PUBBLICO ESEMPLARE – Così tutti, dai protagonisti del campo ai ventimila sugli spalti, hanno tenuto nella circostanza un atteggiamento responsabile e partecipe, di condivisione e di sostegno, dando l’esatta misura della civiltà radicata alle nostre latitudini. Quanto di brutto e sbagliato aveva diffuso il caso-Maignan viene ancor più ridimensionato e ricondotto a dimensione minima se rapportata, appunto, alla generale dimostrazione di correttezza e rispetto davanti a un atleta che si era sentito male (la prima sensazione era che Ndicka fosse interessato da un infarto in atto) e a quanti si stavano prodigando per soccorrerlo.

Paredes Leandro chiede il silenzio della curva bianconera in sostegno di Evan Ndicka.

L’episodio – gestito con grande personalità dal tecnico romanista De Rossi, che ha preso in mano la situazione dialogando con l’arbitro, con i suoi giocatori e con il collega Cioffi promuovendo l’idea della sospensione – si è risolto per il meglio già nella serata della domenica. Poco dopo le 22, infatti, attraverso i suoi profili social la Roma ha diffuso l’immagine di Ndicka sorridente all’ospedale di Udine, dove era stato sottoposto a tutti gli accertamenti del caso.

De Rossi parla con l’arbitro e Cioffi.

FORMAZIONI NUOVE – La data del recupero sarà resa nota in settimana. A norma di regolamento i minuti mancanti si sarebbero dovuti giocare a breve giro di 24 ore, quindi lunedì, ma l’impegno infrasettimanale della Roma (la sfida di ritorno col Milan per la coppa europea) obbliga a una soluzione diversa, comunque entro quindici giorni. In campo andranno non necessariamente le stesse formazioni, i tecnici potranno schierarle ex novo con l’unica interdizione per i giocatori che già erano stati sostituiti, nel caso dell’Udinese gli esterni Ehizibue e Kamara, avvicendati rispettivamente con Ferreira e Zemura.

Realisticamente parlando, e fuori da ogni ipocrisia, questa appendice può rivelarsi provvidenziale per l’Udinese. Dopo un primo tempo di poco gioco ma gagliardo, premiato dalla rete dell’astuto e caparbio Pereyra, la partita aveva nettamente virato nella ripresa per il cambio di modulo romanista (De Rossi non l’aveva azzeccata mettendosi a specchio nel primo tempo) e in coincidenza con l’ingresso di Dybala e Karsdorp. Puntuale è arrivato il gol del pareggio, propiziato da concorsi di colpa bianconeri: da Kamara che lascia la fascia scoperta, alla sorpresa dei difensori e di Okoye uccellati dal tempismo di Lukaku sul cross di Cristante.

Evan Ndicka e Hassane Kamara inseguono il pallone.

LO SPETTRO DELL’INTER – Con la Roma in pressione, veloce e creativa nelle sue trame, per l’Udinese si profilava un finale di passione e molti – il sottoscritto compreso – hanno pensato “adesso finisce come con l’Inter”, tanto era evidente che la benzina bianconera si stava esaurendo: squadra bassa, impossibilità di contrattacchi, e senza che il povero Cioffi potesse inventare qualcosa di diverso dalla sostituzione degli esterni. Stanti le indisponibilità di Thauvin e Lovric, c’era nulla in panchina che potesse anche lontanamente giovare alla causa. C’era da aspettarsi da un momento all’altro, insomma, il raddoppio che avrebbe lasciato a zero il prodotto delle due consecutive partite casalinghe.

Non è accaduto per l’imponderabile della sospensione. E così ai 18 minuti più recupero che si giocheranno in data da fissare, l’Udinese potrà presentarsi almeno con la freschezza necessaria a conservare il pareggio, quel punticino che al tirar delle somme potrebbe rivelarsi decisivo.

Ma intanto nella notturna del prossimo sabato irromperà una partita di straordinaria delicatezza, con l’Udinese impegnata al Bentegodi contro il Verona nel primo degli spareggi salvezza di questo finale di stagione. All’andata gli scaligeri di Baroni arpionarono un clamoroso 3-3 grazie a Henry che approfittò delle amnesie difensive dei bianconeri (ahi Silvestri, ahi Kabasele!) andando a bersaglio al 97’ nel recupero del recupero ordinato dal napoletano Maresca. Il Verona è squadra da battaglia, l’Udinese non potrà essere da meno, con un giocatore chiamato a fare finalmente la differenza: Samardzic come uomo del destino.   

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Di Redazione 1

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