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Salutato Christian del convento di Colle val d’Elsa, faccio colazione in una pasticceria buonissima, concedendomi sia una brioche al pistacchio e sia un cannolo siciliano. Pedalo attraverso colline meravigliose, dove il caldo anche oggi fa da padrone. Arrivo ad Abbadia Isola, dove inconto un gruppo di templari, che curano e custodiscono un’antica Abbazia. La convinzione di quanto fanno queste persone e della loro grande fede, mi lascia interdetto. Proseguo quindi verso la tappa principale di oggi, ovvero Siena, una città che mai avevo visto prima in vita mia. Lungo il percorso resto sorpreso da Monteriggioni, una cittadina dentro le mura, all’apice di una collina. Antiche botteghe, vecchi mestieri, una deliziosa piazzetta sono le attrazioni di diversi turisti. In primo pomeriggio arrivo finalmente a Siena, città che mi ha sorpreso in quanto il suo cuore pulsante è uno solo: il palio! Appena ho la possibilità, quando visito una nuova città, cerco sempre di capire se davanti a me ho una persona autoctona o no. Incontro un signore anziano e gli chiedo delucidazioni sulla tradizione del palio di Siena. Ha le lacrime agli occhi, perché, per due anni di seguito salta. Sembra quasi non ci sia più ossigeno per Siena. Questo signore mi spiega tutti i meccanismi del palio, i giorni prima, la preparazione, mi fa capire che i senesi vivono tutto l’anno per 5 minuti di palio. È veramente inspiegabile a parole cosa si respira in merito. Arrivo quindi alla piazza del campo, faccio qualche fotografia e, vicino a dove ho parcheggiato la mia bici, una signora di una certa età mi domanda se sto facendo la via Francigena. Da qui nasce tutto un discorso, che arriva ancora una volta al palio, capendo che esso doveva venire disputato il 16 agosto e oggi siamo il 14 agosto. Da lì capisco molte cose: piazza del campo sarebbe stata chiusa per le prove generali, questa signora sarebbe stata intenta a cucinare per la sua contrada, i cavalli venivano addirittura portati dentro il Duomo per la benedizione, ecc. Tutte cose che per due anni non possono essere fatte. Eppure oggi è un giorno che, almeno io, non dimenticherò facilmente. Anche se il palio non viene fatto, le contrade (17) fanno lo stesso la processione dei ceri, con una sfilata nel loro costume tradizionale, fino in Duomo, per una breve cerimonia. Tutto ciò mi affascina, soprattutto perché vedo molti bambini in montura (il costume tipico della contrada), che ci tengono a quanto stanno facendo. Si è fatto tardi e proseguo con la bicicletta uscendo da porta Romana alla ricerca di un alloggio, che incontro solo alle ore 21.00, dopo diversi kilometri che per fortuna, mi fanno guadagnare strada per domani!

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