Il romanzo Le gratitudini di Delphine de Vigan prende vita a Teatro

Vi siete mai chiesti quante volte al giorno dite grazie? Grazie per il sale, per la porta, per l’informazione. Grazie per il resto, per il pane, per il pacchetto di sigarette. Grazie di cortesia, quasi vuoti. Grazie a te. Grazie di tutto. Grazie infinite. Grazie mille. Grazie professionali: grazie per la sua risposta, il suo interessamento, la sua collaborazione. Vi siete mai chiesti quante volte nella vita avete detto grazie sul serio? Un vero grazie. A chi?

All’insegnante che vi ha fatto amare i libri? Al ragazzo che è intervenuto il giorno in cui siete stati aggrediti per strada? Al medico che vi ha salvato la vita? Alla vita stessa?

Inizia così Le gratitudini di Delphine de Vigan, un delicato ma allo stesso tempo dirompente inno alla vita, un romanzo a quattro voci dove altrettante esistenze si intrecciano in un mirabile incrocio di sentimenti, passioni e rimpianti.

Sul palco va in scena la storia di Michka, anziana correttrice di bozze di origini polacche, che per anni ha accudito Marie, figlia di una vicina di casa assente e problematica. Ora è lei ad avere bisogno di aiuto: perde le parole, proprio lei che con le parole ha giocato per tutta la vita. Marie e Jerome, giovane e appassionato ortofonista, accudiranno e sosterranno Michka nel suo ultimo viaggio, determinata a dire grazie a tutti coloro che l’hanno aiutata, soprattutto a chi l’ha salvata bambina dall’orrore più grande mai ideato dall’uomo.  

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