Arriva a Udine il capolavoro di Joseph Kesserling con la regia di Geppy Gleijeses

Arriva a Udine il capolavoro di Joseph Kesserling con la regia di Geppy Gleijeses

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Udine – Una commedia “al veleno” (è proprio il caso di dirlo!), un’intrigante pozione di divertimento, ironia e suspense: debutta al Teatro Nuovo Giovanni da Udine martedì 23 novembre 2021, con inizio alle ore 20.45 (replica mercoledì 24 novembre con medesimo orario), Arsenico e vecchi merletti, capolavoro di Joseph Kesserling.

 

Sul palcoscenico, dirette da Geppy Gleijeses, due grandi interpreti della scena italiana, Anna Maria Guarnieri e Marilù Prati, daranno vita alle due deliziose sorelle Abby e Marta, docili affittacamere per necessità. Fin qui nulla di strano, se non fosse che le canute signore aiutano gli ignari inquilini a lasciare la vita con il sorriso sulle labbra, complice un micidiale vino di sambuco corretto al veleno…

 

Scritta nel 1939, Arsenico e vecchi merletti mosse i suoi primi passi sulla scena a Broadway, con l’attore forse più noto del mondo horror, Boris Karloff. Il successo planetario arriva però con la prima versione cinematografica del 1944 diretta da Frank Capra – e un impeccabile Cary Grant –  e ancora, nel 1945, l’arrivo nei teatri italiani con la regia di Ettore Giannini e la traduzione di Masolino D’Amico. Si arriva al 1992, quando Mario Monicelli scelse di firmare la sua prima regia teatrale con questa commedia, e al nuovo allestimento di Gitiesse Artisti Riuniti che vedremo in scena al Teatro Nuovo Giovanni da Udine, liberamente ispirato proprio al lavoro del grande regista toscano.

 

“È difficile catalogare, inserire in un genere Arsenico e vecchi merletti – spiega Geppy Gleijeses nelle note di regia -. Non è una farsa macabra, né una satira del giallo. Appartiene certamente a una tipologia di commedia da noi poco praticata e di cui non abbiamo riscontri autorali: “il Brillante”. Eppure, questo genere da noi quasi dimenticato ci ha donato delle perle rare se non rarissime, come Arsenico e vecchi merletti. Un congegno di alta precisione, una meccanicità che si sublima nella genialità, nell’ebbrezza di un gioco tenuto costantemente sul limite del funambolismo. Poi potremmo fare discorsi molto più alti sul concetto qui esasperato di eutanasia (le ziette scelgono le loro vittime tra gli anziani abbandonati) e sarebbe del tutto lecito, ma noi vogliamo pensare all’Arsenico che da Cary Grant in poi abbiamo conosciuto, a quella commedia che le truppe americane adottarono come antidoto alla paura della morte nella seconda guerra mondiale. Nel 1992, da una delle migliaia di stanze d’albergo in cui ho soggiornato in una delle mie tante tournée, ebbi la sfacciataggine di telefonare a Mario Monicelli per proporgli la regia di Arsenico e vecchi merletti. Mi disse subito di sì, senza esitazioni. Era la sua prima vera regia teatrale e fu l’inizio di un grande sodalizio. Lo spettacolo fu uno straordinario successo. E a Mario voglio dedicare questa nostra impresa”.

 

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