Emigrazione tra dolore e morte   Trame ricucite al Giovanni da Udine

Emigrazione tra dolore e morte   Trame ricucite al Giovanni da Udine
tramis
Paolo Patui ricuce  magistralmente la trama della poco famosa – In Germanie-opera di Giuseppe Edgardo Lazzarini, sul palcoscenico del Giovanni da Udine . L’intellettuale friulano ha presentato con una lucida sintesi e interventi sul palco in corso di spettacolo,l’autore vissuto nella seconda metà dell’ottocento. Lazzarini ha   pubblicato questo lavoro  la prima volta nel 1890 , periodo in cui  si sta trasformando la migrazione e da stagionale sta proponendosi come stabile. Ambiguità e contraddizioni vengono pagate a caro prezzo da un’intera generazione di giovani friulani richiamati dal mito di un mondo nuovo illusorio e doloroso nella realtà.
Come dolorose possono essere le situazioni in cui si ritrovano i protagonisti al rientro a casa,inganni, tradimenti, speculazioni.
Gli attori sul palcoscenico con il friulano e la gestualità drammatica, raccontano una vicenda dal sapore verghiano che fa andare la memoria a Jeli il pastore  o alla Cavalleria rusticana, opere dell’ottanta , la prima e che proprio nel novanta (la seconda) ,ando’ in scena per la prima volta , nella rielaborazione di Mascagni.
Un mirabile Gianni Nistri , presidente del Giovanni da Udine, nei panni di Sar Tite e un Massimo Somaglino gradevolissimo , nei panni di Sar Pieri, negli sguardi e nei gesti hanno restituito non solo il dramma in se’ ma anche la quotidianità del Friuli contadino al confine con quel mondo industriale carico di sorprendente fascino ma anche di incognite.
Bravi sulla scena anche Alessandro Maione, Caterina Comingio,Caterina Bernardi, Paolo Mutti,Marta Riservato e Manuel Buttus.
La trilogia di Trame ricucite si chiude con Presons di Alberto Lucchini, del 2006, mercoledi prossimo 17 novembre alle 20.45 al Giovanni da Udine.
Qui la tematica sarà quella della maschera caduta che rivela dolore e fragilità
Da non perdersi.
Vito Sutto
apvc-icontalk: 0
https://www.facebook.com/udineselife

Comments

No comments yet. Why don’t you start the discussion?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *