La bottiglia e l’acqua di  Roberto Soldà 

Commento relativo al dipinto ”La bottiglia e l’acqua” di  Roberto Soldà  esposto nella Mostra Collettiva intitolata ‘Suggestioni dalle Terre di Risorgiva’ ospitata presso il Museo Civico delle Carrozze di San Martino di Codroipo  diretto dalla dottoressa Donatella Guarneri e prorogata fino all’ 11 gennaio 2026.

Orari di visita: Mercoledì, giovedì e venerdì ore 9-15 e Festivi ore 14-19.

In questa mostra, curata dalla dottoressa Guarneri, il titolo  suggerisce che sono esposte opere dedicate con particolare cura ed attenzione alla natura ed al paesaggio del nostro territorio ma anche all’ecologia in generale. Infatti Tutti oggi siamo consapevoli dell’importanza di fare conoscere non solo il nostro territorio ma anche l’ambiente di Tutti. Ossia è noto che  la Natura sta soffrendo i ripetuti attacchi portati da tanto tempo e da Tutti alla sua bellezza,  al suo patrimonio storico- geografico ed architettonico ed al suo equilibrio naturale e deve essere salvaguardata da ogni forma di attuale inquinamento ambientale.  

Ecco quindi che nel titolo della Mostra si fa riferimento all’Aria, alla Terra ed in particolare all’Acqua senza la quale, se alla  temperatura da 0°C a 100°C non fosse presente allo stato liquido, non esisterebbe la vita.

Perciò  Soldà, che è un Chimico, oltre agli altri dipinti ne ha dedicato uno in modo specifico proprio all’acqua.

In tale opera la bottiglia d’acqua si impone come presenza silenziosa e necessaria. Non è un semplice oggetto: è un centro di gravità simbolico. La trasparenza della plastica, come quella del vetro, permette l’attraversamento della luce, restituendo all’acqua una qualità quasi spirituale, come se la materia stessa fosse sul punto di farsi parola.

E  l’essenzialità della composizione elimina ogni superfluo e invita lo sguardo a soffermarsi sulla relazione fra pieno e vuoto, contenitore e contenuto, limite e infinità.

Accanto all’immagine, i versi del Cantico delle Creature  di San Francesco dedicati all’acqua trovano una risonanza naturale. L’acqua francescana è “utile, umile, preziosa e casta”: aggettivi che sembrano incarnarsi nella bottiglia inserita nel quadro.  

In particolare:

– l’umiltà è nella semplicità dell’oggetto quotidiano, 

– la preziosità è conferita dalla luce che attraversa l’acqua contenuta nella bottiglia, 

– infine la castità sta nella purezza formale e cromatica dell’opera.

E così, come nel Cantico, l’acqua non è dominata dall’uomo ma accolta, lodata, riconosciuta come sorella: il quadro non la possiede, la contempla.

Infine la poesia “La bottiglia e l’acqua”, allegata al dipinto, approfondisce ulteriormente questo dialogo. Qui la bottiglia diventa metafora del limite umano, mentre l’acqua allude a ciò che eccede, scorre, resiste a ogni tentativo di fissazione definitiva. L’acqua assume una dimensione temporale e morale: scorre come la vita, si adatta senza perdere la propria essenza. In questo senso, il testo poetico non spiega l’immagine, ma la prolunga interiormente, trasformando la visione in riflessione.

 In definitiva si può dire che, nel confronto fra pittura, poesia e parola francescana emerge una comune tensione etica ed estetica. 

E la ricerca dell’essenziale sembra suggerire che la verità non risieda nell’accumulo, ma nella trasparenza, non nel clamore ma nella quiete, mentre la bottiglia d’acqua diventa pertanto un’icona contemporanea della lode: una lode muta, ma intensissima, alla semplicità del creato e al mistero che lo abita.

Da Redazione 1

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