Le sberle del Bologna, con il seguito di fischi e critiche e irritazione della stessa società che comunque si è schierata con Gino Pozzo in persona a fianco di Runjaic, a qualcosa sono servite: hanno svegliato la squadra e il suo pacioso condottiero che a Parma si è beccato persino il cartellino rosso non si è ben capito per quale gravissima colpa. Forse avrà dato del cornuto in tedesco a Piccinini non sapendo che l’arbitro milanese conosce la lingua teutonica!
Bando agli scherzi. Mettiamo un freno all’immaginazione per calarci nel reale, che parla della terza vittoria esterna dell’Udinese. Dopo quelle di San Siro sull’Inter e di Pisa, arriva infatti il blitz di Parma: campo amico il Tardini dove i bianconeri rassicurano la classifica dalla parte buona portando a 18 i punti conquistati, uno in più di un anno fa alla tredicesima giornata.
CHE GOL! Cosa si è visto di diverso rispetto a sette giorni prima? Anzitutto la caratura dell’avversario, non c’è paragone tra il Bologna e un Parma decisamente più leggibile nei suoi pochi punti forti e nei suoi tanti limiti. Di diverso l’Udinese ci ha messo l’attento approccio immediato e un pressing alto che ha messo in serio imbarazzo i ragazzi di Carlos Cuesta, incapaci di uscire dalla morsa. E dopo 11 minuti erano già sotto. Però che bel gol (è il quarto personale) quello di Zaniolo: solo un grande attaccante può immaginarlo e realizzarlo, sfruttando l’avventata uscita del portiere Corvi e i pochi centimetri liberi sul primo palo. Non segnava da tre partite Zaniolo, dalla rete decisiva per la vittoria sull’Atalanta; addirittura da cinque stava nell’ombra Keinan Davis che ha rivisto la luce realizzando alla sua strana maniera il penalty del raddoppio, rigore che è andato lui stesso a procurarsi con una percussione in area.
BERTOLA E KABASELE OK – Ma tra gli eroi di giornata vanno messi una volta tanto pure gli uomini della difesa, in particolare Bertola e Kabasele, gioventù ed esperienza per disinnescare quello che era il pericolo numero uno, ossia quel Pellegrino (una specie di Pampa Sosa più atletico) che si è dannato inutilmente per trovare una zolla amica. Solet è stato più disciplinato del solito nel tenere la zona, ma si vede che non gli basta difendere, vorrebbe libertà di scorribanda; purtroppo le sue sortite, come sappiamo, sono sempre ad alto rischio.
PALLONATE – Distribuite le lodi, nelle quali accomunare Karlstrom per il contributo dinamico e tattico, resta il giudizio generale sul gioco. Poca manovra (anche per la giornataccia di Atta senza ispirazione), ripetute pallonate in avanti senza gradi pretese, se non quelle di trovare Davis o Zaniolo per il controllo e il tentativo di combinazione a ridosso dell’area. Un gioco grezzo, se vogliamo, che però nell’occasione ha pagato. Tanto più quando già al 20’ della ripresa, in occasione del rigore trasformato da Davis, il Parma è rimasto in dieci uomini per l’espulsione del difensore Troilo. Così proprio nel finale, in superiorità numerica, si sono viste alcune buone trame ed è emersa una superiore personalità nel gestire il gioco.
GENOA INSIDIOSO – Quella sicurezza che ci vorrebbe sempre e che speriamo di rivedere lunedì prossimo allorché al Friuli arriverà il Genoa di Daniele De Rossi che battendo il Verona ha appena colto il primo successo interno stagionale. Finora il Grifone si è manifestato più temibile in trasferta, dove ha colto 5 dei suoi 11 punti, pareggiando a Como e a Cagliari e vincendo a Reggio sul Sassuolo.
MA PRIMA LA JUVE – Occhi aperti, dunque, mentre si sta impennando la curiosità per vedere in quale versione Runjaic presenterà l’Udinese martedì sera a Torino contro la Juventus nella sfida degli ottavi di finale di coppa Italia. Turnover spinto o titolarissimi in campo? La classifica non sorride alla Signora, per cui Spalletti punta al massimo in coppa per arrivare in Europa dalla via di scorta. In campionato la Juve ha avuto bisogno di due rigori per domare (3-1) i bianconeri friulani, che hanno dimostrato di poter reggere l’urto. Magari stavolta si materializzerà il risultato meno pronosticato.


