Ci sono opere che nascono in un lampo e altre che hanno bisogno di tempo per maturare, come un pensiero che rimane sospeso, in attesa del momento giusto per essere espresso. “Caos Quantistico” appartiene a questa seconda categoria. Roberto Soldà lo aveva iniziato anni fa, spinto dall’intuizione di voler rappresentare il mistero della materia e dell’energia in continuo movimento, ma allora l’idea non aveva ancora trovato la sua piena forma. Solo recentemente, dopo un lungo periodo di riflessione e silenzio pittorico, l’artista ha sentito che era arrivato il momento di riprendere in mano quel lavoro e di portarlo a compimento.
Motivazioni e significato
Il titolo “Caos Quantistico” non è casuale: rimanda al mondo della fisica subatomica, dove le particelle sembrano muoversi in modo imprevedibile e caotico, ma obbediscono in realtà a leggi profonde e invisibili.
Per Soldà questo tema diventa una metafora dell’esistenza umana, in cui ciò che appare disordine è spesso solo una fase di un equilibrio più grande. L’artista vuole restituire visivamente quella vibrazione, quella tensione tra caso e necessità, tra energia e forma, tra luce e oscurità.
Dipingerlo significava dare corpo al mistero del movimento, rappresentare la soglia in cui la materia si trasforma e si rinnova. È un’opera che parla di rinascita, ma anche di comprensione: dopo anni, Soldà ha percepito di avere la consapevolezza necessaria per tradurre in pittura e realizzare ciò che prima era solo intuizione; ossia un “approccio” di connubio scienza- arte.
La tecnica e i materiali
Soldà ha scelto una tecnica mista su cartone retinato stratificando diversi materiali per ottenere profondità e vibrazione cromatica. La base è composta da una miscela di: acqua, colori a tempera, farina di mais e vinavil, applicata con spatola e pennello mediante zone di densità materica che catturano la luce in modo diverso modulando “passaggi” di luce, penombra ed ombra.
L’uso del colore è centrale: il blu profondo evoca lo spazio quantico e l’infinito non misurabile; i rossi e i gialli rappresentano l’energia in espansione, il principio vitale ; il bianco funge da respiro, da spazio di sospensione in cui il caos si trasforma in armonia.
Comunque anche i colori secondari contribuiscono all’armonia complessiva ed ogni tonalità sembra muoversi, come se il dipinto fosse attraversato da un impulso interno.
Un’opera ripresa nel tempo
Alla ripresa del lavoro iniziato tempo prima, Soldà ha trovato in esso il punto d’incontro tra passato e presente: la materia pittorica portava ancora i segni di una gestualità istintiva, ma ora riprendere “Caos Quantistico” ha significato riconciliarsi con un pensiero sospeso, riportandolo alla luce con una maturità nuova. È come se la pittura avesse aspettato che la vita stessa fornisse all’artista la chiave per comprenderla pienamente.
Perché proprio questo soggetto, ora
Negli ultimi anni, il tema del “limite” e del “confine” è diventato sempre più centrale nell’arte di Roberto Soldà. In “Caos Quantistico”, quel confine è interno: è il limite tra conoscenza e mistero, tra il visibile e l’invisibile.
Il quadro nasce dunque da un’urgenza interiore di unire scienza e intuizione, conoscenza ed immaginazione. Oggi, in un mondo in cui tutto sembra frammentato, Soldà sceglie di rappresentare il caos non come distruzione, ma come origine di ogni possibile forma.
Note
– Questo dipinto è collegato ad un altro dipinto del 1999 di Soldà intitolato: “Vago ondeggiare” esposto attualmente alla Mostra Collettiva: “Suggestioni dalle Terre di Risorgiva 2025” presso il Museo Civico delle Carrozze, San Martino di Codroipo.


