Venghino siori, benvenuti alla fiera dei ciabattoni. Gli spreconi di Torino, dove protagonisti negativi sono i milanisti Pulisic che tira alto un rigore e Leao che sbaglia l’impossibile (ma pure la Juve manda in scena David e Gatti), buttando via vittoria e primato in classifica, trovano degni compari a 500 chilometri di distanza. Sull’erba dello stadio Friuli l’Udinese deve rimandare l’appuntamento con la prima vittoria casalinga, beccandosi alla fine bordate di fischi, e accontentarsi di un pareggino stitico (1-1) contro il Cagliari arpionato dal mite Kabasele che risolve un mischione con un tocco tanto misterioso quanto efficace. Per numero di occasioni, invece, doveva finire con almeno due reti di scarto.
I gol falliti da Zaniolo e da Bayo che l’aveva sostituito nel finale, hanno dell’incredibile, eppure rientrano nella casistica non esclusivamente tecnica in quanto entrano in gioco componenti caratteriali e di permeabilità nervosa da collegare al particolare momento del protagonista e della partita. Se il pallone fornito da Davis (in veste di assistman aveva recapitato in precedenza il pallone che Atta ha mandato di testa sulla traversa) fosse capitato sul piede buono di Zaniolo, il sinistro, sarebbe arrivato il gol, che aveva mancato cogliendo il palo già al nono minuto. Invece la conversione da sinistra ha richiesto la conclusione di destro finita abbondantemente fuori a porta sguarnita. Non serviva la bordata, sarebbe bastato un semplice appoggio di piatto… A tradire Zaniolo è stata la foga, la voglia di spaccare il mondo per riaffacciarsi da protagonista sul campionato. E la stessa componente emotiva ha tradito in pieno recupero Bayo che si è avventato come una furia, perdendo il passo e sparando alto, sulla deviazione di Deiola che aveva spalancato la porta.
Vittoria mancata, delusione, accenni di insofferenza da un pubblico che, più delle occasioni mancate, ha censurato l’impostazione generale della squadra e un gioco che ancora si dipana farraginoso e con approssimativa coralità. L’Udinese ha avuto quasi il 60% di possesso palla, ottenuto però con una manovra lenta e prevedibile incanalata sulla verticale centrale del campo e rari sviluppi sulla fasce. Si gioca e si fraseggia sulla palla nei piedi e non sulla corsa. Se schieri Zanoli, uno degli esterni più veloci del campionato, deve sfruttarlo a tutto gas anziché costringerlo a frenare e al retropassaggio.
Come dire, insomma, che Kosta Runjaic ha una bella agenda di problemini su cui riflettere e lavorare per sveltire e razionalizzare la produzione della squadra. Dopo la sosta per la partita della Nazionale contro Israele martedì 14 proprio nel nostro stadio (avremmo fatto volentieri a meno di questo regalo dei federali!), dove si annunciano spalti semivuoti, l’Udinese dovrà puntare forte sulle prossime due partite, quella di Cremona alla ripresa e poi ospitando il Lecce.
Le premesse erano altre rispetto al ritorno nella parte destra della classifica. Ma in ogni caso non è il momento di fare troppo i difficili. Nel recente passato abbiamo assistito a partite in cui i nostri bianconeri non producevano neppure un tiro in porta! Stavolta le conclusioni sono state otto, compresi palo e traversa oltre al gol. Aspettiamo dunque fiduciosi che Runjaic intensifichi le lezioni su freddezza e mira per raccogliere in proporzione a quanto prodotto.







