Prendete le dieci partite finali dello scorso campionato, in cui
l’Udinese raccattò la miseria di 3 punti, attaccateci dietro questa
prima della nuova stagione che ha partorito il pareggino col Verona
(1-1: reti di Kristensen e di Serdar entrambe sugli sviluppi da corner) e vi sembrerà che il tempo si sia fermato. Squadra demotivata
per i 40 punti già incassati e con limiti evidenti quella, idem questa
che è appena partita. Come costante la scarsa qualità, venuta meno per
la bandiera bianca causa infortunio che in quel periodo alzò Thauvin,
lo stesso francese coccolato e risanato che ha pensato bene di
andarsene quest’estate lasciando un vuoto tecnico e di inventiva che
nessuno è in grado di coprire. Aggiungete la presunzione con cui gioca
qualche interprete (Solet, per esempio: sembra che faccia un piacere a
indossare la nostra maglia… ) e la condizione fisica generale ancora
acerba che abbassa i ritmi a livello slow, ed ecco spiegata la prestazione bianconera che non può soddisfare.
Certo, merito anche del Verona che ha fatto la partita che voleva, con
tanti complimenti al ruspante Paolo Zanetti il quale ogni anno si
arrabatta tra comprimari e sconosciuti assemblando alla fine una squadra che si batte bene e se la cava con onore. E a proposito di complimenti, è doveroso rivolgerli a chi ha scovato questo brasiliano ventiduenne, Giovane Santana do Nascimento, ormai quasi buttato nel sottoscala e in procinto addirittura di lasciare il calcio. L’hanno pagato niente e vale tre volte il nostro brasiliano Brenner, il grande abbaglio, con fregatura annessa, di Gino Pozzo.
Giovane ha fatto vedere le streghe a Solet, ha preso la traversa… ma
alla voce “traversa” ha qualcosa da dire pure l’Udinese, che ne ha
centrate due con stangate di Zarraga (il suo ingresso ha dato un po’ di velocità al compassato centrocampo bianconero) e di Camara. Questa
perla a parte, Camara è stato semplicemente se stesso, ossia l’esterno
caotico e velleitario che conosciamo. E non è che Zemura, partito titolare, abbia garantito chissà quali apporti. Se sommiamo la modesta
prestazione di Ehizibue sul corridoio destro, ecco lampeggiare la spia
rossa nel settore esterni.
Non è una novità, lo sappiamo bene: le fasce sono il punto critico
dello schieramento bianconero. Ed è per questo che Alessandro Zanoli,
nella passata stagione al Genoa ma di proprietà Napoli, è atteso come
un messia. Lo ricordiamo bene con la maglia del Grifone quando da solo
mandò in crisi la catena di sinistra bianconera nello scorso campionato. Intanto è arrivato Buksa, il centravantone polacco che sarà alternativa a Davis anche se i due potranno integrarsi, alleggerendo le rispettive pressioni, giocando assieme. Può arrivare sempre dal Napoli Cheddira, ma il colpo che ribalta il tavolo sarebbe un altro, rispondente al nome di Nicolò Zaniolo. Il giocatore toscano sarebbe d’accordo nel ridursi l’ingaggio pur di riapparire sul palcoscenico della serie A, Gino Pozzo ce la sta mettendo tutta per ammorbidire il Galatasaray sulla formula con cui distribuire la
valutazione sui 12-13 milioni. Se ce la farà, forse riusciremo a
dimenticare il divino Thauvin.

