Riconosciamo senza dubbio la qualità estetica del progetto che interesserà la riqualificazione della parte nord del centro storico, tra via Gemona e Piazza San Cristoforo, e rivolgiamo un plauso all’architetto Dimitri Waltritsch, poiché la continuità con la rigenerazione di via Mercatovecchio, voluta e realizzata dal centrodestra nel precedente mandato, è evidente e coerente. Tuttavia la bellezza da sola non basta e se l’intervento non risponde alle esigenze di cittadini, esercenti, lavoratori e studenti, resta mera scenografia e, ancor peggio, pesa sui contribuenti udinesi.
Mentre il centro storico fatica ad attrarre visitatori, l’amministrazione De Toni intende sopprimere altri posti auto, “soltanto quindici” assicurano, benché il saldo reale sarà verosimilmente più alto, ed estendere la Ztl trasformandola sì in un vasto salotto ma privo di clienti e servizi. Le pedonalizzazioni funzionano se accompagnate da un disegno organico di mobilità, sosta e revisione del trasporto pubblico al passo coi tempi ma qui stiamo assistendo all’ennesima crociata ideologica dell’assessore alla viabilità Ivano Marchiol, vero “sindaco ombra”, che continua a sopprimere i parcheggi e a ostacolare la circolazione senza offrire alternative credibili.
Le associazioni di categoria, gli operatori economici, i residenti e gli ordini professionali ancora una volta non sono stati coinvolti, di conseguenza il progetto risulta già zoppo, frutto di una decisione calata dall’alto. Non bastano slogan sul “ponte con il Nord Europa”, servono tavoli di lavoro, confronti, dati sull’impatto economico e semmai un eventuale cronoprogramma serio ed efficace.
Il vicesindaco Alessandro Venanzi ammette che per ora, forse, si realizzerà soltanto il primo lotto entro il 2027 e che per i successivi “si vedrà”, in pratica si confida nella generosità di mamma Regione. Sarebbe davvero inaccettabile aprire un cantiere così invasivo senza copertura finanziaria totale perché i cittadini non meritano né lavori interminabili né l’ennesimo spot elettorale.
Sul fronte della scuola Uccellis, la giunta balbetta. Non è dato sapere che cosa accadrà quando via Gemona diventerà un viale simil-pedonale, dove si fermeranno le auto, gli autobus e come sarà garantita l’accessibilità.
Il sindaco De Toni nei suoi discorsi cita di continuo Milano come modello, dimenticando che Udine è un gioiello di provincia, con dinamiche, spazi, dimensioni e necessità del tutto diversi. Importare acriticamente soluzioni concepite per una metropoli significa snaturare l’identità cittadina e penalizzare il commercio di prossimità che vive di accessibilità rapida e di parcheggi a rotazione.

Luca Onorio Vidoni

Capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio comunale a Udine 

PhotoLife

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