Miôr alc pitòst che nuie. Col punticino di Empoli (è il secondo pari
stagionale dopo quello all’esordio di Bologna) l’Udinese sutura le
recenti ferite – tre coltellate consecutive da Venezia a Bergamo – e
muove la classifica che ora dice 17, ancora dalla parte sinistra del
tabellone. Non male, anche se resistono rimpianti e interrogativi per
prestazioni sulle montagne russe, per errori e torti e sfortune,
insomma di tutto un po’ del campionario del calcio più imprevedibile.
All’andazzo diventato regola non sfugge la partita del Castellani,
lasciando più di qualche zona d’ombra.
Ma come si fa a beccare un gol come quello di Pellegri che al 23’ ha
sbloccato il match? L’attaccante di D’Aversa aveva attorno tre dei
nostri e nessuno è riuscito a intercettarlo o a impedirgli la
conclusione: un tiro per nulla irresistibile che ha nettamente colto
di sorpresa Okoye, il quale si è buttato in ritardo e con poca spinta.
OKOYE A RIPOSO! – E qui apro nuovamente una parentesi già usata in
precedenti commenti: Okoye non soltanto non fa miracoli, ma a volte
gli risulta indigesta anche l’ordinaria amministrazione. Chissà per
quali ragioni – siano tecniche o personali non sappiamo dire – non è
un buon momento per il nostro portiere, che sembra aver perso
concentrazione e reattività. Capita anche ai migliori. Resta da vedere
come comportarsi, se cioè continuare a dargli fiducia, oppure mandarlo
ai box per un resettaggio. La certezza della titolarità non sempre è
buona alleata, per cui, fossimo in Runjaic, lo terremmo in disparte a
ricaricarsi per un paio di settimane, affidando la porta a Razvan
Sava, il secondo. Non si tratta di un ragazzino, il romeno ha 22 anni
ben distribuiti su una struttura fisica importante a supporto di buona
tecnica e riflessi degni del ruolo. Nell’unica apparizione da
titolare, in Coppa Italia contro la Salernitana, è uscito col 7 in
pagella. Di certo avrà una voglia matta di debuttare in serie A,
carica ed entusiasmo gioverebbero alla causa più del titolare stracco.
Chiusa parentesi.
IL FATTACCIO – A proposito di zone d’ombra, oscurità infernali si
addensano sull’ennesimo episodio che coinvolge arbitro a Var.
Ricordate Venezia e il momento in cui Kabasele viene centrato al
braccio dal pallone di Duncan? Secondo rigore di giornata per i
lagunari. Ebbene, a Empoli succede ben di peggio quando (siamo al 25’
della ripresa e l’Udinese è in massima pressione) un tiro di Lucca è
intercettato di mano da Cacace in caduta: in pratica una parata.
L’arbitro Marinelli non fa una piega limitandosi a concedere il
corner, il Var si guarda bene dall’intervenire e avanti che vai bene!
Runjaic ci ha amaramente sorriso sopra, sottolineando che l’episodio
avrebbe scatenato le ire del capintesta Nani, se fosse stato presente.
RUNJAIC TIMIDO – E’ uno dei pochi sorrisi che ha potuto concedersi il
tecnico bianconero, certamente consapevole di un’altra occasione persa
per incrementare certezze e classifica. Forse conosceva troppo bene le
caratteristiche dell’Empoli o magari non le conosceva abbastanza, per
cui ha presentato una Udinese col braccetto corto, più attenta
all’equilibrio che a tentare convintamente di vincere. Risultato:
primo tempo da censura, un lento e inconcludente possesso palla (oltre
il 60 per cento) con un numero impressionante di passaggi
all’indietro, a fronte di un Empoli che correva di più e meglio,
presidiando ogni zolla del campo e vincendo quasi tutti i duelli
individuali.
Alla fine la rete subìta è stata un bene, ha aperto gli occhi, ha
scosso dal torpore l’allenatore e la truppa. Udite udite: un cambio
pesante (dentro Lucca per Giannetti) e a inizio ripresa s’è cambiato
modulo, passando a quattro in terza linea e spingendo in area i due
metri di Lucca da aggiungere ai chili di Davis. E la musica è cambata,
dai e dai il gol è arrivato proprio grazie all’inglese (seconda rete
per lui dopo quella al Cagliari) che come un fantasma si è
materializzato su corner di Lovric, nell’occasione più preciso e
ispirato dello specialista Thauvin, il capitano braccato a tutto campo
e innervosito al punto da collezionare la peggiore prestazione stagionale.
RICCHEZZA OFFENSIVA – Resta da vedere se la soluzione di Empoli
resterà episodica o se l’assetto con la difesa a quattro e una
superiore propensione offensiva diventerà patrimonio stabile di
un’Udinese che, da come la vedo io, ha la necessità di trovare una
formula che sfrutti di più il ricco patrimonio offensivo. Altrimenti,
fra l’altro, crei degli scontenti e in questa ottica siamo portati a
inquadrare l’assenza anche in panchina di Iker Bravo, relegato in
tribuna ufficialmente per scelta tecnica. Che il giovane spagnolo
abbia protestato per il poco spazio che gli viene concesso? Un caso da
spegnere subito o al più tardi al mercato di gennaio.