Appuntamento a Meduno, alla casaforte La Brunende di Fagagna e al castello Ceconi di Vito d’Asio

MEDUNO  /   Si strutturerà in tre tappe la proposta novembrina del progetto “Il fiume che canta – Ricami d’anima”, con cui l’associazione Ava – Arte Vita Anima intende richiamare l’attenzione sulla splendida realtà del Tagliamento e che si avvale del sostegno di Regione, Fondazione Friuli e Consorzio BIM – Comuni del Bacino Imbrifero Montano del Tagliamento nelle province di Udine e Pordenone.

Per sabato 9 novembre è in programma un evento a Meduno (Pordenone), a palazzo Colossis, dove alle 18.30 si potranno ascoltare “I racconti di terra fiume – Ode per terra e acque del Friuli Venezia Giulia“, lettura-spettacolo con canti, storie, musiche e leggende del Friuli Venezia Giulia a cura di Mina Carfora e Giorgio Parisi. La partecipazione è libera, aperta a tutti gli interessati: la performance immergerà lo spettatore in un fitto bosco di melodie, fatti reali e leggendari, appunto, della nostra regione, che fanno da ponte tra due suoi importanti corsi d’acqua, Tagliamento e Judrio. Il primo sparo della Grande Guerra, l’ultimo traghettatore, santi e brani della tradizione popolare saranno gli ingredienti della serata.

Il giorno successivo, domenica 10, la rassegna toccherà Fagagna, nella casaforte La Brunelde, che ospiterà (dalle 9.30 alle 13.30) “La mia vita è leggenda”, atelier di scrittura creativa con Piera Giacconi, autrice e arte-terapeuta. Alle attività seguirà un aperi-pranzo a base di prodotti tipici del territorio (prenotazione a info@labrunelde.it).

Il 24 novembre, infine, si potrà partecipare alla suggestiva camminata storico-naturalistica “Le terre del conte”, tra i possedimenti del conte Ceconi: adatta a partire dai 10 anni di età, l’escursione partirà alle 9 e avrà una durata di circa 4 ore; accompagnerà i partecipanti la guida ambientale Tanja Beinat. Ritrovo al parcheggio di via Castello 1, a Pielungo di Vito d’Asio. Il castello Ceconi, sontuosa ed eclettica dimora del conte Giacomo, sarà il punto d’avvio di una passeggiata nelle sue amate terre, rimboschite con migliaia di piante autoctone e percorse da un acquedotto che riforniva il maniero e le sue pertinenze, i prati e i pascoli per greggi e armenti.

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