La mostra dell’artista friulana nel palazzo comunale di Feletto fino al 31 luglio

L’arte insegna a osservare il mondo e la realtà con altri occhi, sostiene Simonetta Buliani, dichiaratamente autodidatta e con una passione maturata sin da bambina nell’ambiente dei “pittori di S.Vito”, suo luogo d’origine, insieme al padre, amico di Di Rocco, Culos, Zuccheri e Michieli e del suo insegnante di disegno, Virgilio Tramontin. Volti e momenti rimasti nella memoria della pittrice, che nelle sue opere più recenti ha inteso rappresentare i valori dell’essere umano, la natura e il concetto astratto della bellezza, segnatamente riferito ai maestri vetrai di Murano, autori di manufatti colorati ispiratori di alcune opere della Buliani. Incisivo anche il concetto di libertà, rappresentato anche in un acrilico su tela riferito al muro di Berlino, quello che divise, dal 1961 al 1989, luoghi e persone della capitale tedesca durante il comunismo. E poi la fierezza, l’onore e l’orgoglio, che ogni essere umano dovrebbe custodire a rappresentazione della propria identità, con le immagini del giglio fiorentino e dalla sciabola, intesa come arma di difesa dell’individualità personale. Esposizione che ha luogo nei locali del municipio a Feletto fino a fine luglio.

Edi Fabris  

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