Le vie per il pellegrinaggio sono diverse, come sono diversi gli itinerari. Prima di partire bisogna capire l’importanza di essere pellegrino. Chi si mette in viaggio non è un turista, ma un pellegrino, parola che significa “straniero”. Ad essere precisi, la parola pellegrino indicava proprio chi andava a Compostela: infatti San Giacomo, che aveva portato il cristianesimo dalla Palestina alla Spagna, era l’incarnazione del pellegrino, di chi si mette in cammino. Invece quelli che andavano a Gerusalemme erano chiamati palmieri , perché riportavano dal loro viaggio i rami di palma della Terra Santa, mentre romei erano i visitatori di Roma e Romea o Francigena era la strada che dal nord Europa arriva nell’Urbe attraversando il “paese dei Franchi”. Nel passato sin dal 1300 le strade del pellegrinaggio erano piene.  Anche le città lungo le strade sono fonte di pericoli: molti albergatori imbrogliavano sul prezzo, sulla qualità del cibo e sul cambio delle monete; e non di rado bisognava dividere il medesimo letto con degli sconosciuti. Giunti alla meta dopo un lungo cammino, un altro pericolo attendeva i poveri viandanti: i venditori di reliquie, di immagini di santi, di candele, di ampolle per l’olio delle lampade che illuminavano le tombe dei santi, di ricordini… insomma, i venditori di souvenir.
Un vero inferno. Bisognava stare sempre all’erta. Proprio per questo molti pellegrini facevano testamento prima di mettersi in viaggio e le proprietà di chi partiva per il pellegrinaggio erano considerate sotto la protezione della Chiesa.  I ricchi qualche volta pagavano altre persone perché facessero il pellegrinaggio al posto loro!  Ma queste difficoltà erano la ragione stessa del viaggio: lasciare la propria patria e gli affetti, affrontare rischi e pericoli, sfuggire alle tentazioni lungo il cammino erano una specie di penitenza da fare per purificarsi dei propri peccati.

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